Due cose sono certe.

Primo, non c’è bugia più ripugnante di quella che vuole spacciare l’Unione come imperialismo benigno, esportatrice della buona creanza del diritto e delle regole nella pacifica convivenza.

II limes dell’Europa è costellato di campi di concentramento, gestiti da despoti e tagliagole che al meglio si fanno pagare come guardie di frontiera, e al peggio imprigionano e taglieggiano centinaia di migliaia di disperati, al prezzo di torture, stupri e ricatti alle famiglie, nella connivenza della UE.

Secondo, in un’Europa invecchiata e in asfissia demografica, non c’è alternativa a un rincalzo migratorio sempre più imponente. In Italia, i sei-sette milioni di immigrati dovranno raddoppiare se si vorrà far fronte al deficit di forza-lavoro; governo e opposizione della loro politica un po’ balbettano di politiche nataliste che non sanno attuare e che non possono colmare le voragini già aperte nella popolazione attiva, e un po’ corteggiano le paure xenofobe e securitarie.

L’ottimismo dei cattolici, sempre in offerta nel mito della pacificazione sociale, intravede un meticciato, che comunque richiederà generazioni e intanto fa gridare la demagogia razzista alla sostituzione etnica.

Nel frattempo, il mondo reale è una segregazione salariale di fatto per milioni di lavoratori. L’unico principio vitale è l’unità di classe. Battaglia internazionalista contro ogni discriminazione per etnia, nazionalità o religione; lotta per una società comunista libera dallo sfruttamento e da ogni oppressione. Non c’è altra via.

Lotta comunista – aprile2023

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