“Noi che abbiamo per patria il mondo, come i pesci il mare” (Dante)

Ci sono poeti e letterati che hanno la straordinaria capacità di intuire con il loro genio e spesso in grande anticipo sui tempi, delle verità che la storia si incaricherà poi di confermare… La frase di Dante che compare nel “De vulgari eloquentia”, è certamente un esempio significativo di questa capacità “utopistica” di vedere nel futuro dell’umanità, spesso più e meglio degli stessi politici e studiosi della politica, sviluppi al momento inimmaginabili ma inevitabili nel lungo periodo. Sicuramente la condizione di rifugiato politico ante litteram che Dante visse per molta parte della sua vita ebbe un’influenza decisiva nel suggerirgli quella riflessione, che peraltro seppe rendere con una espressione di straordinaria bellezza ed efficacia letteraria.

Nell’Italia dei cento campanili e delle decine di Stati e staterelli del XIV secolo, gli italiani erano divisi non solo tra guelfi e ghibellini, ma anche per feudi, città, lingue, monete, misure… Per non parlare poi delle divisioni nel resto d’Europa e del mondo! Ebbene, in questa caotica situazione il genio di Dante riconosce nell’umanità di ciascun individuo l’elemento comune che imporrà (anche se lui non può ancora sapere come…) agli uomini di superare confini, divisioni, guerre per creare una società nella quale tutti gli esseri umani, che hanno il mondo come unica patria comune, potranno vivere pacificamente e circolare liberamente come i pesci nel mare!

Si tratta del grande nodo della storia moderna che, alcuni secoli dopo e cioè verso la metà del XIX secolo, sara individuato con chiarezza dalla scuola marxista: da un lato la massima socializzazione e globalizzazione delle forze produttive, prodotta dal capitalismo, che spinge verso il futuro sognato da Dante, e dall’altro lato la società capitalistica, divisa in classi e Stati, che frappone sempre nuovi ostacoli alla aspirazione degli uomini di muoversi in base alle loro esigenze ed ai loro sogni! Basti pensare a quante leggi, dogane, polizie, marine militari ed eserciti vengano utilizzati da tutti i governi del mondo, nessuno escluso, per ostacolare in tutti i modi uno dei più naturali fenomeni umani e cioè il muoversi verso migliori condizioni di vita e di lavoro…