Il negazionismo da sindrome egoistica a strumento politico.

Ezio Mauro, “La Repubblica”, 2 settembre 2020, scrive che il negazionismo del virus “è prima di tutto una forma di egoismo. Nego la sua stessa esistenza, e in questo modo sono esonerato dal peso del problema, dalla responsabilità di farmene carico…Non mi sento implicato emotivamente nelle sue conseguenze.” Negando l’esistenza stessa del virus sono dispensato dal provare empatia, pietà, solidarietà nei confronti delle persone colpite.
Il negazionismo permette di rinchiudersi in un guscio per difendere il proprio ego e rimuovere le profonde paure, sospingendole fuori dalla propria illusoria bolla.
I mass media, invece di soffocare questi vaneggiamenti trascurandoli, li utilizzano per aumentare, anche di pochi punti, il vero dio delle TV: l’audience. Se poi ci scappa una rissa verbale è una vera manna per gli indici di ascolto.
Si afferma sempre di più la teoria che il pontificare, senza alcuna preparazione, su argomenti complessi sia un primario diritto individuale ad esprimersi e che la battaglia negazionista sia una sacrosanta crociata per la libertà. Un concetto di libertà che è proprio il segno più tipico dell’egoismo: liberarsi da ogni dovere di responsabilità nei confronti degli altri. Il pontificare con estrema sicurezza passando dal calcio alle più complesse teorie scientifiche è sempre stato un innocuo gioco praticato in ogni bar, ma proiettato sulla scena politica si trasforma.
Quando aumentano confusione e incertezza, queste pulsioni psicologiche conquistano delle minoranze, che, proprio perché sono composte da individui propensi all’egoismo e alla chiusura, potrebbero essere irrilevanti. Ma, diffuse da Internet, considerate dai media, vengono afferrate dai mestatori di paura: il fenomeno diventa uno strumento politico. Si trasforma da paranoia individuale di un variegato arcipelago di paure in movimento sociale. Allora bisogna strutturarlo ideologicamente: trovargli scopi, spiegazioni, nemici. Compito non difficile per i manipolatori delle paure: è un complotto cinese, c’è dietro la tirannia sanitaria, è un’invenzione per limitare la libertà, e via farneticando. Ed ecco manifestazioni a Berlino, Londra, Zurigo, la prossima a Roma. A Berlino hanno marciato no mask, no vax, terrapiattisti, vegani, naturopati assieme ai neonazisti di AfD. Paradossalmente, esponenti della massima libertà individuale e del totale rifiuto di ogni controllo proveniente dall’alto si fanno strumentalizzare proprio dai fanatici della totale, gerarchicamente organizzata, sottomissione alla dittatura di un fuhrer.
Alla manifestazione di Roma parteciperanno anche esponenti dei partiti parlamentari? Il vecchio dilemma morettiano diventa “Prendo più voti se ci vado o se non ci vado?”
Francesco Merlo definisce i negazionisti del virus, i sovranisti razzisti e i populisti trasformisti “macchiette e mattoidi” e si domanda se diventano mostri “solo in tempi mostruosi”. Sì, è vero. La pandemia sta accelerando tendenze già in atto: l’erosione degli equilibri tra le potenze, il conseguente aumento dei conflitti per procura (vedi Medio Oriente), le migrazioni, la peggior crisi dal 1945, l’aumento delle disuguaglianze sociali e delle paure per il futuro producono molti mostri. E quelli sopracitati sono i meno pericolosi.

Contro le psicosi coniugate e organizzate con la cialtroneria non servono gli insulti, hanno una limitata efficacia le denunce moralistiche, può invece essere utile promuovere una prassi che confuta l’individualismo e promuove una solidarietà fattiva.

Domenico Saguato