ULIVELLI Francesco

Castagneto Marittimo (LI), 1.10.1880 – Garbagnate Milanese (MI), 30.11.1963

Rappresentante di commercio, si iscrive al PSI in giovane età. Nel 1905 è denunciato per propaganda antimilitarista. Ancora denunciato il 1° maggio 1906 per incitamento all’odio di classe e violazione della legge sulla stampa, è condannato ad un’ammenda di 100 lire. Per una conferenza non autorizzata, il 2 giugno successivo la Pretura di Genova gli infligge una multa di 83 lire, commutata in nove giorni di carcere, in quanto l’Ulivelli non può pagarla. Il 5 novembre 1910 il Tribunale di Volterra lo condanna a venti giorni di carcere per aver gridato Abbasso lo czar in un teatro. Fonda la Federazione giovanile socialista di Livorno, partecipa ai moti della settimana rossa e si esprime apertamente contro l’intervento italiano nella prima guerra mondiale. Nel 1919 diventa segretario della Federazione dei lavoranti del legno; nel 1921 è segretario della Camera del lavoro di Modena. In seguito dirige la Camera del lavoro di Magenta (MI) e quella di Abbiategrasso (MI). Lascia l’incarico nel 1922, dopo essere stato bastonato dai fascisti. Il 13 dicembre 1925 gli vengono sequestrati dei materiali di propaganda massimalista. Nel settembre del 1926 sono scoperte nella sua casa di Milano sette casse di libri delle Edizioni “Avanti!” Denunciato alla Procura di Milano per aver collaborato alla stesura di una circolare del Comitato di difesa socialista, il 23 novembre 1926 è assegnato al confino per tre anni. Il 1° dicembre si appella contro la condanna e ottiene una riduzione del provvedimento a due anni. Ulivelli è deportato a Favignana, dove resta fino al 19 marzo 1927, quando viene tradotto a Lipari. Liberato per buona condotta il 24 dicembre dello stesso anno, torna a Milano, dove rimane fino 12 ottobre 1936, quando emigra clandestinamente in Svizzera. A Ginevra e a Parigi incontra i principali dirigenti del PSI in esilio e collabora al Nuovo Avanti. Nel marzo del 1937 parte per la Spagna e si stabilisce a Barcellona, dove lavora come operaio negli stabilimenti Hispano-Sui-za. Il 23 aprile tiene una conferenza sulle ripercussioni in Italia degli avvenimenti spagnoli. Ulivelli non si arruola nelle formazioni repubblicane e torna in Francia nel dicembre 1937. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale Ulivelli va incontro ad una netta crisi delle proprie convinzioni politiche: nel dicembre del 1939 si presenta al Consolato italiano di Parigi e si dichiara pentito del proprio passato e pronto a collaborare col fascismo. Nel gennaio del 1940 non rinnova l’iscrizione al PSI. Il successivo 27 ottobre viene fermato al valico di Bardonecchia. Tradotto a Milano, è destinato all’intemamento, perché “ritenuto pericoloso nelle contingenze belliche”, nonostante nell’interrogatorio del 18 novembre l’Ulivelli continui a ribadire la propria disponibilità a collaborare con il regime e l’allontanamento dai socialisti. L’8 dicembre 1941 l’Ulivelli scrive a Mussolini, ripetendo di essere pronto a servire il fascismo. Nel novembre del 1942 viene prosciolto con la condizionale e liberato.
Livorno, 5 marzo 1963
Le conferenze di Francesco Ulivelli
Nella nota della Questura di Livorno, inviata al Ministero dell’Interno e alla Questura di Milano, si riportano le informazioni sulla vita politica di Francesco Ulivelli dal 1936 quando espatria clandestinamente in Francia sotto il falso nome di Ormanirie. Recatosi a Parigi, tiene una conferenza al caffè “Due Emisferi” indetta dal partito massimalista sul tema “La mia fuga dall’Italia e ciò che si passa in Italia”. Nel 1937 l’Ulivelli tiene un’altra conferenza alla ex Casa degli italiani a Barcellona sul tema “Il problema italiano comparato a quello spagnolo”.
ASLi, Regia Questura, poi Questura di Livorno, 1381, fase. 16

Roma, 22 dicembre 1939
Il pentito socialista
Nella dichiarazione rilasciata spontaneamente al Consolato Generale d’Italia a Parigi Francesco Ulivelli “..esprime vivo pentimento per il suo passato ed il desiderio di poter tornare liberamente in patria..” e fornisce notizie su alcuni nominativi in contatto con Mosca. Termina affermando che “..mentre centinaia di poveri “illusi” come lui, reduci dalla Spagna rossa, stroncati e traditi, patiscono fame e freddo…coloro che li spinsero nelle file repubblicane spagnole fanno qui vita dispendiosa e cercano di nuocere ai destini dell’Italia fascista”.
ASLi, Regia Questura, poi Questura di Livorno, 1478



Genova, 1906-1942
Francesco Uivelli
La scheda informativa, compilata dalla Questura di Genova, riassume in breve l’attività “socialista rivoluzionaria” svolta dall’Ulivelli dal 1906 al 1942. Definito come socialista riformista di idee rivoluzionarie dal carattere ardito e pronto all’azione, viene descritto come persona autodidatta, privo di titoli accademici, che riesce ad influenzare chi lo ascolta con le proprie idee e la facilità di parola. Nel 1936 la Questura di Milano segnala il suo espatrio clandestino a Parigi dove si mette in contatto con i membri del movimento “Giustizia e Libertà”. Nel 1937 risulta a Barcellona dove tiene una conferenza nella Casa degli italiani dal titolo: “Il problema italiano comparato a quello spagnolo”.
ASLi, Regia Questura, poi Questura di Livorno, 1478

Il Soccorso Rosso Internazionale

Il Soccorso Rosso Internazionale, organizzazione sorta nell’ambito dell’Internazionale Comunista, aveva lo scopo di condurre campagne di solidarietà a determinate lotte del movimento operaio internazionale e di prestare sostegno politico e materiale ai militanti comunisti, imprigionati nei vari paesi in cui conducevano la loro attività politica. L’attività del Soccorso Rosso si dispiegò anche nell’Italia fascista ed è documentato come i suoi finanziamenti arrivassero periodicamente, per esempio, anche ai fiduciari labronici del PCdI. Il Soccorso Rosso comparve per la prima volta in Spagna nel 1934, durante la rivolta operaia delle Asturie, per fornire assistenza a coloro che erano finiti in carcere e per dispiegare una campagna per l’amnistia in favore dei prigionieri condannati alla pena capitale. L’organizzazione fu potenziata dopo il putsch di Franco del 1936.
Il Soccorso Rosso Internazionale, durante la guerra civile spagnola, provvide ad allestire cucine da campo, nonché campi profughi in tutto il territorio controllato dalla Repubblica, per il cui esercito organizzò anche biblioteche circolanti.
La maggior parte delle sue attività era, però, volta a soccorrere i minori, vittime della guerra: il Soccorso Rosso fondò la Escuela Nacional para Niños Anormales (Scuola nazionale per bambini con problemi mentali) di Madrid, che accoglieva circa 150 bambini. Altri 150 trovarono alloggio in un asilo nella periferia della capitale, gestito anch’esso dal Soccorso Rosso.
Altre attività includevano la costruzione di reti di trasporto tra gli ospedali e il fronte e la trasformazione di diversi edifici (conventi, chiese, banche e così via) in ospedali di fortuna, ricoveri, centri di trasfusione, orfanotrofi e scuole. Gli interventi a sostegno della salute pubblica inclusero la creazione di circa 275 ospedali, di servizi di pronto soccorso e la riorganizzazione dei servizi di odontoiatria a
favore dei civili e soprattutto dei soldati al fronte.

Roma, 9 dicembre 1936
Soccorso Rosso
Nel Telegramma del Ministero dell’Interno di Roma inviato alle Prefetture del Regno si dispone di intensificare il controllo della corrispondenza in genere e in particolare le rimesse in denaro provenienti dall’estero per impedire che i sussidi del Soccorso Rosso giungano alle famiglie degli antifascisti arruolati nelle milizie rosse spagnole.
ASLi, Regia Questura, poi Questura di Livorno, 849

Livorno, 1948
I livornesi caduti per la libertà e la giustizia nella guerra di Spagna
Monumento dei caduti dai garibaldini livornesi.
Si leggono i nomi: Ugo Lorenzini – Ovidio Pessi – Rodomonte Nesi – Menotti Gasparri – Leonetto Santigli – Oreste Marrucci – Giulio Perini.
Fotografia Piergiorgio Lenoci

Roma, 6 giugno 1938
Recapiti del Soccorso Rosso
Elenco dei nominativi o dei sospettati appartenenti al Soccorso Rosso con i rispettivi recapiti all’estero, inviato dal Ministero dell’Interno alle Prefetture del Regno.
ASLi, Regia Questura, poi Questura di Livorno, 849